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Immagine del redattoreLuca Chino Ferrari

La musica a Cremona: cibo per... la pancia (e basta).

Il breve trafiletto postato da CremonaOggi lo scorso 20 dicembre con il titolo “Mina in dialetto: I divertiti auguri di ProCremona alla tigre e alla sua città” (in seguito modificato in "Mina in dialetto: un video per augurare buone feste") non lasciava presagire nulla di buono:


Le più celebri canzoni di Mina cantate in dialetto: da un’idea di ProCremona, ecco IlluMINA, il video natalizio che vuole ricordare la grande cantante e al tempo stesso mostrare con ironia il fascino serale della nostra città. Il video sta circolando in queste ore sui canali social di ProCremona e vede protagonista la cantante Elena Ravelli con Augusto Bagnoli. Con la collaborazione di: Teatro Ponchielli, Caffè in Piazza, U.S. Cremonese, Vanoli Basket Cremona, Ferraroni JuVi Cremona 1952, Gianni Kandoo, Corrado della Trattoria Franca e Luciano, Alessandro Bianchi. Tra le location c’è naturalmente via Solferino, dove sono state installate le luminarie che recitano la celeberrima “Amor mio”.


Presentato così, come si trattasse dell’iniziativa di una Pro loco di paese, mi è sembrato subito chiaro che si trattasse della solita iniziativa provinciale, di pessimo gusto, imbarazzante per la città e i suoi abitanti. L'ennesima occasione per affossare le ormai patetiche residue ambizioni delle istituzioni di candidare Cremona a possibile futura 'capitale della cultura'.

Imbarazzante soprattutto per Mina, se solo non avessimo la certezza che la ‘tigre di Cremona’, da una vita residente in Svizzera, guarda a quanto accade alla città con l’interesse del passante per le formiche sul marciapiede. Perché non c’è nulla di più penoso e grottesco, mi dicevo, di un tributo che possa mettere a disagio il suo destinatario, ricordandogli una volta di più il motivo per cui tanti anni fa se ne è andato a gambe levate da questo luogo senza scampo, umido, inquinato, sonnolento, sprofondato in un apparente benessere piccolo borghese in cui ha avuto la sventura di nascere.

Pensavo questo dopo aver letto il trafiletto. Poi mi sono preso la briga di andare a vedere il video:



Giudicate voi...

Per quanto mi riguarda, questo video è fuori dalla realtà e dalla Storia per più di un motivo (l'idea trita di ambientare la 'rappresentazione' per le vie del centro, i remake di brani ‘classici’ del repertorio della cantante interpretati con registro da spettacolo di liscio, l'adattamento dei testi in un guazzabuglio di lingue con in primo piano il terribile dialetto cremonese che fa saltare tutte le rime baciate dell'originale*…), ma, soprattutto, è veramente brutto, oscillando fra il trash e il kitsch involontario. Nel 2021, con le professionalità e la tecnologia in circolazione, un 'prodotto culturale' di questo livello non sarebbe ammissibile neanche alle feste estive del Grest.

Inutile dire che alla fine sono rimasto senza parole. Mortificato impotente spettatore mi sono chiesto: perché tutto questo deve capitare proprio a noi? Perché in qualche modo questo ennesimo obbrorio deve rappresentare la città e i cremonesi?


Ancora una volta leggo che tra i collaboratori c’è anche il teatro Ponchielli e mi viene da sorridere per tanta sprovvedutezza; come quando tutte le mattine, passando in bicicletta in prossimità del teatro, mi tocca sentire musica classica e operistica diffusa da altoparlanti a volume molto basso, quasi impercettibile a causa del traffico, e mi dico che sì, il nuovo conservatore ha davvero delle idee innovative (ispirate a Russolo, Shaeffer e John Cage?) che riavvicineranno senz’altro i cremonesi alla cultura musicale di questa sventurata città. Come d’altronde gli edificanti ‘creativi’ manifesti promo appesi alle pareti, appena velatamente allusivi all'idea di musica come “cibo per la mente"...



*In "Amor mio", ad esempio, anziché "Amor mio, basto io...", si canta: "Amor mio, basti mee..." (!!!).



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