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Immagine del redattoreLuca Chino Ferrari

L’informazione a Cremona che neanche in Trinidad...

Aggiornamento: 8 gen 2022

E’ una delle notizie circolate in queste ultime settimane a livello internazionale: il vignettista australiano Michael Leunig è stato licenziato dal quotidiano “The Age” per aver proposto una vignetta in cui provocatoriamente suggerisce un’analogia fra le misure antivaccinali e la protesta del giovane davanti al carrarmato in piazza Tienanmen [1]. Quanti anni sono passati dalla levata di scudi dell’Occidente in difesa di Charlie Hebdo contro l’oltranzismo talebano ?

Non c'è molto di che stupirsi, comunque. Anche nel nostro Paese, nonostante sia previsto in calce nella Carta Costituzionale (art. 21), il pluralismo dell’informazione e la libertà di pensiero sono sotto scacco da tempo, per lo meno da quando i governi hanno cominciato a stanziare regolarmente contributi alle principali testate giornalistiche (carta stampata e radio), ridotti e limitati in questi ultimi anni [2]. Dal 2019, in risposta all'emergenza pandemica, i governi Conte e Draghi sono riusciti addirittura ad andare oltre, garantendo contributi pubblici a pioggia agli organi di informazione (carta stampata, radio, tv) con la motivazione generica del "sostegno all'editoria" [3]. "Da quando il covid è diventato la principale notizia, i finanziamenti pubblici a sostegno dei giornali sono raddoppiati", ha scritto L'Indipendente [4].

Difficile credere che un quotidiano sostenuto con denaro pubblico per questo fine possa assumere posizioni critiche nei confronti delle decisioni del governo e in effetti, a parte qualche rara eccezione, da mesi i media italiani sono impegnati a diffondere quasi esclusivamente le ragioni di una Scienza in evidente stato confusionale e di una politica che è riuscita, se possibile, a fare peggio. Chi osa anche solo offrire un pensiero alternativo alla rappresentazione governativa rischia di sparire (vedasi la cancellazione della trasmissione di Giordano su Rete 4) o viene costantemente attaccato da più fronti (è il caso di Report, su RAI3, e dei filosofi Agamben, Cacciari, Fusaro), manco fossimo nella Corea del Nord di Kim Jong-un o nell'Ungheria di Orban (o nella Turchia di Erdogan, o nel Brasile di Bolsonaro, o…).

E infatti, per i devoti cultori dei dati, quelli per cui “altrimenti sono le solite chiacchiere pregiudiziali”, ecco venirci puntualmente in soccorso la statistica sulla libertà di stampa nel mondo (riferita al 2019): il nostro Paese si trova al 46° posto nella classifica generale dietro a nazioni come Trinidad e Tobago, Nuova Guinea, Sudafrica, Cipro, Capoverde, Samoa...[5]


Questa breve premessa per dire che nei giorni scorsi mi sono imbattuto nell’intervista al sindaco di Cremona postata sul “quotidiano on line" CremonaOggi, disponibile anche su YouTube. Eccola:

Evito per indolenza e per noia di entrare nel merito del monologo di Galimberti, una specie di “discorso alla nazione” fatico, infarcito di slogan e vuote frasi ad effetto (le espressioni trendy “fare sistema”, “beni comuni” ecc. che vengono sciorinate solitamente nei corsi di formazione della Pubblica Amministrazione...), sostenuti da un gesticolare frenetico, a tratti asincrono con le parole. Contenuti rilevanti pochi e generici, espressi tautologicamente, spesso ridotti alla semplice evocazione del titolo, senza alcun approfondimento e, quel che è peggio, nessuna apparente volontà di risultare chiaro allo spettatore. Il suo, un imbarazzante rosario di "faremo", "ci stiamo impegnando a", "avrei voluto fare"... che per un'intervista di fine anno (bilancio) e di metà del secondo mandato amministrativo dicono davvero molto...


Qui però mi interessa piuttosto evidenziare la funzione dell'intervistatore, il direttore della rete Guido Lombardi: con postura e tono imbarazzati, il giornalista pone solo cinque domande al sindaco, lasciandolo argomentare a piacimento e senza mai realmente interloquire con lui; domande che assolvono più alla funzione di consentire al sindaco di parlare a ruota libera sui temi che preferisce piuttosto che provocare risposte circostanziate su temi precisi. Non una domanda specifica e ficcante su ambiente, cultura, welfare, lavori pubblici, mobilità… ma cinque richieste generiche, accondiscendenti, davvero inconsistenti, con un finale di circostanza in perfetto spirito natalizio: “Ci sarebbero ancora moltissimi temi da approfondire, ma sicuramente non mancheranno le occasioni nelle prossime settimane… Chiudiamo con un suo augurio ai cremonesi per questo 2022 che inizia...”.

Non una vera intervista (come da titolo del video), dunque, secondo l’accezione del termine [6], né una “chiacchierata”, come premesso da Lombardi, ma un'occasione-pretesto per far dire al Sindaco quello che vuole, senza contraddittorio, evitando accuratamente di entrare nel merito di quanto afferma e di sollevare alcuna obiezione o per lo meno richiesta di chiarimento.

Uno stile questo diffuso da anni a Cremona che ha irrimediabilmente inquinato pressoché tutti i media (soprattutto stampa e quotidiani web), in genere congestionati dalla cronaca usa e getta e da amenità varie, lasciando l’analisi politica e i fenomeni sociali locali ai margini del discorso [7]. Un giornalismo meschino, 'provinciale' (nel senso più spregiativo del termine), pavido, zelante coi potenti, omertoso sulle questioni più dirompenti del vivere civile che ha buon gioco anche a causa del disinteresse dei cittadini (oggi più che mai annichiliti dalla contingenza pandemica) e di un'opposizione politica (la cosiddetta minoranza) inconsistente.

Un esempio su tutti: che impatto hanno le attività del Gruppo Arvedi sull’ambiente a Cremona? Perché nessun media locale ha raccolto il video-denuncia di FanPage diffuso nel luglio 2021 [8] o l’articolo pubblicato da L’Espresso lo scorso ottobre [9]? Perché nessun giornalista riesce a far dichiarare qualcosa di approfondito e specifico sui temi della salute pubblica al sindaco o a un componente della giunta?

In Trinidad o nelle isole Samoa, statene certi, sarebbe tutta un'altra storia...



Ha commento della vicenda, l'artista ha dichiarato: "Sembra che a The Age, in particolare, non ci si possa avvicinare alla storia di Covid se non in un modo che sia di supporto alla gestione del governo vittoriano. E se non sei favorevole, è una ragione sufficiente per essere cancellato".




La tabella qui a fianco riassume il totale dei contributi erogati all'editoria in Italia. Come si vede, in due anni sono raddoppiati (fonte: "La Verità", 30 dicembre 2021).





[5] vedi https://it.wikipedia.org/wiki/Indice_della_libert%C3%A0_di_stampa con dati basati sulla fonte internazionale Reporters Without Borders (https://rsf.org/en/ranking/2019). Dati equivalenti a quelli raccolti sempre nel 2019 da The Economist-Internazionale e riportati dal volume "Il mondo in cifre 2022" (Profile Books, 2021)


[6] dal Vocabolario Treccani: “intervista s. f. [calco dell’ingl. interview, che a sua volta ricalca il fr. entrevue, der. di s’entrevoir «vedersi o incontrarsi brevemente» (cfr. l’ital. intravedersi)]. – Colloquio che un giornalista, un corrispondente di agenzia, un radiocronista o altra persona appositamente incaricata ha con una personalità politica, con rappresentanti del mondo della cultura, dell’arte, dello sport, ecc., o in genere con persone legate a fatti di cronaca, per averne dichiarazioni, opinioni, notizie su determinati argomenti (di solito proposti attraverso una serie di quesiti), che sono pubblicate poi su un giornale o trasmesse per radio o televisione: fare un’i.; chiedere, concedere un’i.; i. giornalistica, radiofonica, televisiva (…)”. https://www.treccani.it/vocabolario/intervista/


[7] a onor del vero, non posso non citare qui uno dei giornalisti più validi e coraggiosi in circolazione da anni, l’amico Federico Centenari, che di recente, dopo una serie di gravi discriminazioni subite dall’editoria locale, è in forza alla redazione del quotidiano on line CremonaSera, il solo ad affrontare con un taglio autenticamente giornalistico almeno alcune delle criticità di questa città (vedasi recentissima vicenda Tamoil...)


[8] FanPage, “Cremona avvelenata”, 27 luglio 2021: video disponibile su https://www.youtube.com/watch?v=A695LxwMia8


[8] Fabrizio Gatti, “Polveri sotto il tappeto”, in L’Espresso n. 44, 24 ottobre 2021


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