Qui è in discussione la patria mazziniana studiata a scuola, quella "benigna e pia" del Petrarca, o se preferite quella cantata dolentemente da Battiato in "Povera patria" (1991), "straziata dagli abusi di potere, da gente che non sa cos'è il pudore"... Per la Treccani: "il territorio abitato da un popolo e al quale ciascuno dei suoi componenti sente di appartenere per nascita, lingua, cultura, storia e tradizioni".
Per il pensiero anarchico della tradizione e della contemporaneo rivisitato dai cosiddetti "anarco-insurrezionalisti", quella patria è merda perché rappresenta il sovranismo nazionalista della retorica di regime (democratico), che erge i suoi presunti martiri (i "caduti della patria"), che esalta e celebra il valore delle forze armate (le parate), che si richiama a (solo presunti) valori condivisi, che si appella all'orgoglio nazionale, che conferisce il cavalierato a cittadini benemeriti...
Ah, ah, ah!
Qui, in una via periferica di Cremona (l'antica, romana via Postumia), il corto circuito marò ("assassini") e patria ("merda"), brandito dalla stessa mano, rivendicato dallo stesso simbolo - si ignora se nello stesso momento o in tempi diversi, allude a una visione internazionalista, antimperialista, in cui "nostra patria è il mondo intero, nostra legge è la libertà"...
Un luogo dello spirito, dell'idealità, mai realizzato, mai condiviso, in cui per lo meno Lega, Salvini, cinquestelle, forza italia, destra e sinistra, centro, insomma, non hanno ragion di esistere...
Cremona, via Postumia.