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Immagine del redattoreLuca Chino Ferrari

"Tira i sassi, non la cinghia"...

Aggiornamento: 30 ago 2021


La scritta, risalente a qualche mese fa, si trova in via Speciano, a Cremona, proprio di fronte alla sede dell'ARCI. Forse la collocazione è casuale , ma come già per la scritta "La vostra cultura da preti fa schifo" lasciata su un muro di fronte al centro Fumetto "A. Pazienza" (vedasi post del 9 giugno 2018), è a dir poco interessante.

Come quella, anche questa non è mai (ancora) stata cancellata, confidando sull'effetto saturazione visiva che rende tutto indistinto e, alla fine, inefficace (Augé). Nel Ventennio è certo che l'avrebbero cancellata immediatamente, in questa democrazia totalitaria è lasciata tranquillamente in bella vista in nome della tanto decantata "libertà di espressione" (la stessa che incoraggia tanti poveri di spirito a intasare i social di meschinità, volgarità e bassezze assortite).

Questo "Tira i sassi non la cinghia" seguito da "Resisti" e dal classico simbolo anarchico costringe plasticamente il passante a un confronto, ormai scontro inconciliabile, tra due visioni dell'esistente: quella di chi accetta come effetto fisiologico e ineluttabile del liberismo selvaggio l'estrema precarizzazione e impoverimento delle vite (il ventre molle della società, la maggioranza silenziosa, la classe media in caduta libera...) ed è strenuamente impegnato a difendere le briciole del proprio 'benessere' dentro logore logiche 'riformiste'; e quella di chi, indignato, attraversa il quotidiano impotente di fronte al disastro civile e sociale di un'umanità ormai alla deriva, irrecuperabile, che ha perso la speranza in un mondo alternativo e sarebbe pronto, appunto, a "tirare i sassi"...

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