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Immagine del redattoreLuca Chino Ferrari

La povertà intellettuale del governo italiano di fronte alla complessità del presente.

Aggiornamento: 30 ago 2021


Questo insensato, irrealistico, tentativo di affermare un pensiero autarchico (definito oggi “sovranista” nel balletto giornalistico delle parole, finalizzato a confondere più che a chiarire i significati) è in definitiva rivelatore della povertà intellettuale dei rappresentanti del governo italiano oggi in carica. Richiama tempi infausti e drammatici, paventa nuove Caporetto, deportazioni e pogrom. Sconfina, anche, nel grottesco un po' cialtrone raccontato in tanti film da Dino Risi e Mario Monicelli.

Si affermano principi attraverso slogan ad effetto del tipo “prima gli italiani” mantenendo scientemente quel che resta di un dibattito politico (in cui, va ribadito, la Sinistra è a dir poco evanescente) nella totale ambiguità di senso al solo scopo di incrementare il consenso fra il ‘popolo’ già affamato da decenni di politiche recessive, rimbambito dalla televisione prima, dai cosiddetti ‘social media’ oggi, ultima frontiera delle solo presunte libertà individuali.

Robert Indiana, "Eat-Die" (1962)

Perché la ricerca di un capro espiatorio (oggi la burocrazia di Bruxelles, l’Unione Europea, l'euro...) pacifica le coscienze dell’italiano medio allontanando ancora una volta lo spettro della resa dei conti con la proprie responsabilità di cittadino domito e prono alla politica clientelare e ai piccoli interessi di bottega (i “commercianti”, “i piccoli imprenditori padani”…), ai 'poteri forti' (Chiesa Cattolica inclusa), alle mafie vecchie e nuove. Incoraggia chiunque al liberatorio 'vaffanculo' post-yuppista, al mussoliniano "me ne frego", al "padroni in casa nostra!" dei bauscia tutto rolex e SUV...

Salvini trionfa perché è la proiezione dell’italiano furbo e masnadiero che è in tanti italiani, quello che urla contro la televisione, fa lo spaccone davanti a un bicchiere di rosso, impreca contro un africano in un supermercato solo perché ha osato 'servirlo'... Un fantoccio donchisciottesco dalla doppia morale, senza l’arguzia e il genio paradossale del personaggio di Cervantes.

Il mondo contemporaneo è molto più vario e complesso di quello che questo governo ambiguo e pericoloso è riuscito a rappresentare con una serie di slogan ammuffiti e superficiali, provocando un orgoglio nazionale da operetta privo di fondamento storico e ragione d'essere.

E un Salvini, con le volgarità che dice tutti i giorni, dovrebbe ringraziare (il suo) Signore se gli universitari si sono limitati a incendiare i manichini e gli anarchici qualche portone delle sedi della Lega.

Occhio per occhio, simbolo per simbolo, insomma. Un concetto semplice che anche quelli della Lega sono in grado di capire...

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