Ascoltavo l'altro giorno “Forbidden Fruit” di Nina Simone, registrato a New York in quartetto nel 1960 e ‘61, uno degli innumerevoli dischi della mia collezione, ed è arrivata la notizia della morte di Aretha Franklin, una delle più grandi voci di sempre (https://www.independent.co.uk/arts-entertainment/music/news/aretha-franklin-death-funeral-four-day-celebration-queen-soul-detroit-dead-a8497306.html ).
The Queen of Soul...
Ho pensato, come effetto di un automatismo tipico della mia mente, a quanto sono irrimediabilmente provinciali i cremonesi, a cominciare dagli amministratori pubblici, nel sostenere che “Mina è una delle più grandi cantanti di tutti i tempi grazie a una voce unica, che il tempo non ha intaccato, oltre che alla sua capacità di sperimentare e di reinventarsi sempre di album in album…” (sito istituzionale del Comune di Cremona).
Una tiritera che mi tocca sopportare praticamente da quando sono nato... un'insopportabile ridicolaggine, più che altro, iperbolica edulcorazione della realtà fondata su criteri (“voce unica”=timbro vocale e “capacità di sperimentare e reinventarsi”=versatilità) a dir poco discutibili, comunque labili. Certamente non oggettivi: come si fa a sostenere un'assurdità tale senza essere sfiorati dal ridicolo?
Le 'celebrazioni' dei 60 anni di carriera di Mina sono programmate a partire dal mese prossimo, in una città a cui evidentemente resta poco altro di cui menar vanto che si aggrappa pateticamente a uno dei residui presunti genius loci della sua storia recente… Edulcorando e strumentalizzando con l'ipocrisia congenita a queste terre quanto è possibile per dimostrare che anche qui è vissuta “una delle più grandi cantanti di tutti i tempi” che "ha portato il nome di Cremona nel mondo"... (soprattutto in Svizzera, dove abita da anni e paga le tasse!).
E’ dall’esperienza comparata dell’ascolto, ancor prima che dalle competenze tecniche per un’analisi obiettiva di carattere musicologico del valore reale di Mina, che si coglie l’evidente provincialismo da sagra del salame di chi decide della cultura in questa città, come se non fosse possibile altro: Nina Simone, Billie Holiday, Ella Fitzgerald, Dinah Washington, Sarah Vaughan, Abbie Lincoln, Barbra Streisand, Madeleine Peyroux, Karen Dalton, Edith Piaf, Janis Joplin, Maria Callas, Joni Mitchell, Rosa Balistreri, Anne Briggs,Concetta Barra… sono solo alcuni nomi che mi vengono in mente di cantanti dal timbro vocale unico, dalla stupefacente versatilità, interpreti di repertori d’autore (Gershwin, Porter, Rodgers, Jones, Hammerstein II…) e tradizionali il cui ascolto fa impallidire al confronto la stantia, furba, piatta vocalità della cosiddetta "Tigre di Cremona", imbarazzante città a fumetti...