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Immagine del redattoreLuca Chino Ferrari

Quelli come Claudio Lolli (1950-2018)...

Aggiornamento: 30 ago 2021


Lolli ai mie occhi era il cantautore 'sfigato', quello piccolo brutto e cattivo che cantava la deriva di un'esistenza fatta di grandi speranze e tanti piccoli fallimenti quotidiani... non era De Andrè, né Guccini... non aveva la fisicità sul palco di un Gaber, neppure la sfacciataggine timida di De Gregori... per non parlare della poetica cialtrona e picaresca di Piero Ciampi o della visionarietà mistica di Claudio Rocchi...

Eppure sono cresciuto soprattutto con quelli come lui, che cantavano l'esistenza con l'orgoglio dei sottomessi veri, diventati anarchici dalla delusione del comunismo, "con poche donne per le mani, che covano le loro solitiduni in segreto, quasi con gelosia" e si lasciano andare solo davanti a un bicchiere di vino forte... "quelli sempre con la testa piena di musica, di arti e grandi amori"... sognatori immersi nelle piccole cose della vita di tutti i giorni.

Tra i più grandi poeti in musica del Novecento italiano, Lolli ci lascia dischi commoventi e potenti come "Aspettando Godot", "Canzoni di rabbia", "Ho visto anche degli zingari felici", "Disoccupate le strade dai sogni" traboccanti di testi autentici, mai di maniera, costruiti con il verso sciolto della parlata diretta, eppur timida, mai urlata, e l'idea (oggi irrisa) che le parole possano aiutare a vivere meglio nel mondo...

Come in "Quelli come noi", secondo me il miglior lascito autobiografico di Lolli e di quelli, appunto, come lui...

Io e un mio amico delle volte ci troviamo e ci diciamo che: quelli come noi

che son venuti su un po' strani e hanno avuto sempre

poche donne per le mani e covano le loro solitudini in segreto quasi con gelosia lasciandosi un po' andare solo davanti al vino forte di un bicchiere. Quelli come noi così timidi e ambiziosi piuttosto silenziosi e sempre con la testa piena di musica, di arte e grandi amori e solo poche volte fan festa e spesso invece cantano perché non hanno è quello che gli resta... Quelli come noi che non valgono niente quelli come noi che non gli si darebbe un soldo... Invece: quelli come noi diciamo che valgono molto e basterà che un giorno trovino un po' di forza e aiuteranno gli altri a dare un calcio al mondo e prenderanno a pugni il re e lo Stato calpesteranno il dio per cui ogni libertà si fa peccato. Perché quelli come noi non han rispetto per nessuno non credono più a niente e solo hanno il difetto di essere nati un giorno tra i vigliacchi tra i vinti dalla forza della vita e di scordarselo soltanto davanti a una bottiglia ormai finita...

(Claudio Lolli, da "Aspettando Godot", EMI-Columbia 1972)

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