Ancora Cremona, questa controversa città ai confini dell’umidità e delle nebbie in cui ho il cinico destino di abitare e vivere mio malgrado, regala un’altra immagine strappata a un muro - letteratura aforistica povera, ma suggestiva, telegrafica, netta. Grandiosamente anonima nell'epoca dell'"io", delle tag, di opinionisti narcisisti dei social e della TV...
La scritta dice: “Pregare non serve”, sprayata di corsa nella via adiacente alla Chiesa di S. Imerio, una delle numerose (troppe!) chiese cattoliche del luogo.
E’ come se fossero esaurite le parole, finite le preghiere, svuotate di senso le prediche, le morali, i valori etici, le chiacchiere sul nulla che avvolge le nostre misere esistenze.
Perché non serve pregare se non esiste un dio a cui rivolgersi, se l’orizzonte è un precipizio in cui siamo destinati presto o tardi a cadere per sempre, trascinandosi dietro memorie, volti, incontri, esperienze, oggetti, desideri, sogni, idee...
Resta solo di vivere al nostro meglio, guardandosi negli occhi.