La lettera inviata ieri dal Presidente della Repubblica Mattarella a Diego Bianchi per congraturarsi con la sua trasmissione di RAI3 “Zoro” (http://www.ansa.it/sito/notizie/cultura/tv/2018/06/15/tv-mattarella-scrive-a-zoro-il-suo-programma-mi-diverte_a9e609ed-c1aa-469e-8dc9-359c48f68930.html) è la plastica rappresentazione di come nell’Italia contemporanea la satira, per quanto intelligente e brillante, possa risultare solo 'divertente' e 'scanzonata' agli occhi del potere. Quindi non dare minimamente fastidio ad alcuno...
Una condizione che salvo casi davvero rari (sul tema di solito si ricorda il Luttazzi vittima dell'"editto bulgaro" di Berlusconi) in Italia è da sempre la normalità, per la gioia dei salotti bene dell'intellighenzia dell'ormai decotta Sinistra (la stessa che si diverte alle irritanti battute scollacciate della Litizzetto e alle pacchianate improvvisate di Benigni...).
In queste settimane è stata ripubblicata da Bompiani l'autobiografia di Lenny Bruce (1925-1966), antesignano della stand up comedy antipotere nell’America anni ‘50 e ’60.
Una satira metacomunicativa (che intendeva cioè far riflettere sulle potenzialità della parola liberata), la sua, senza compromessi, al vetriolo, volutamente scurrile per provocare il perbenismo e il moralismo dilaganti.
Nonostante la traduzione ormai irrimediabilmente datata di Pier Francesco Paolini (la stessa della prima edizione del 1974!), "Come parlare sporco e influenzare la gente" è una lettura istruttiva che fa luce su un periodo controverso della storia americana e conferma purtroppo la condizione di pesante arretratezza della cultura civile nel nostro Paese, stretta da decenni in una morsa asfissiante di asservimento alla politica (!), alla magistratura, alla polizia e al Vaticano.
Bersagli fatti a pezzi dalla parola tagliente e coraggiosa di Lenny Bruce, morto a soli 41 anni in solitudine e in circostanze mai chiarite fino in fondo, dopo anni di denunce, processi e boicottaggi da parte dell'establishment.
Per approfondire: