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Immagine del redattoreLuca Chino Ferrari

Ecce... che? (Fai ciao con la manina al nuovo governo...)

Aggiornamento: 30 ago 2021


Marc Hanrez: “In un’opera di cui non siete voi l’autore (gli Entretiens di Robert Poulet), affermate che la maggior parte degli uomini da voi avvicinati vi sembrano morti. Che intendete dire?

Louis-Ferdinand Céline: “Gli uomini si occupano di storie grossolanamente alimentari e aperitive: bevono, fumano, mangiano, a tal punto che sono usciti dalla vita e per la vita. Essi digeriscono. La digestione è un atto complicatissimo (di cui io conosco il meccanismo) che li assorbe in tutto e per tutto: il cervello, il corpo… Non hanno più niente, sono marci. Sedetevi a una terrazza di caffè, guardate la gente: a colpo d’occhio sorprenderete ogni specie di distrofie, di grossolane invalidità. Sono orridi; a vederli fanno pena! Del resto sono laidi in tutti i paesi (io, in realtà, ne ho frequentati parecchi, di paesi: andavo in missione per conto della sezione d’igiene della Società delle Nazioni). Li vedo, dunque, oltremodo assorbiti dalle funzioni bassamente digestive. E’ l’istinto di conservazione (ci sono due istinti nell’uomo: la conservazione e la riproduzione…). Si riempiono dieci volte tanto, bevono dieci volte più del necessario. Non sono più altro che apparati digerenti. Si stenta a ritrovare un essere umano in fondo a quella zuppa alcolica e fumosa… Non ha interesse. Vi trovate di fronte a mostri.”

(da un dialogo registrato nella casa di Céline a Meudon, marzo 1959; riproduzione da Marc Hanrez nel suo libro Celine, Paris, Gallimard, 1961, pp. 219-228)

(da “Celine” di Michele Rago, Il Castoro 83, La Nuova Italia, Firenze, marzo 1973)

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