Se, com'è ormai provato*, dio non esiste... allora l'arte, la letteratura, la filosofia, la storia, la religione... che a dio si ispirano (o che a dio si riferiscono, o che cercano di spiegare o interpretare l'idea di dio) non hanno alcuna ragione di esistere...
Per quanto possano essere considerate opere straordinarie, uniche e irripetibili, sono state e sono l'effetto di un clamoroso errore, di conoscenze false, di pregiudizi illogici, di convincimenti ascientifici. Rientrano nell'ambito delle opere di pura invenzione, di fantasia...
Bob Dylan o Leonard Cohen, ad esempio, o Michelangelo, Manzoni, piuttosto che Aristotele o Campanella hanno basato la loro opera su idee false, quindi la loro opera è un inganno, un paradossale cortocircuito della ragione: siccome ipostatizzo l'esistenza di dio (perché la 'sento', quindi ne ho fede), dio mi ispira nella produzione della mia arte; quindi la mia arte è sublime proprio perché da lui ispirata e in quanto tale prova l'esistenza di dio...
Quante opere dell'ingegno umano sopravviverebbero se sottoposte a questo discrimine?
* che dio non esista ce lo dice la fisica teorica quando spiega l'origine dell'universo e la coesistenza di multiversi... Tutto il resto è solo autosuggestione, speranza, timore della libertà, disperazione...
"I multiversi" © Detlev Van Ravenswaay/Science Photo Library/Corbis