Massima espressione del trombonismo istituzionale e partitocratico, miracolato senatore emerito per la lunga carriera di poltronista sotto l'egida dell'ex-P.C.I. precipitato nella barzelletta P.D., Napolitano analizza l'esito del voto affermando all'ANSA: "Ha contato molto il fatto che i cittadini abbiano sentito i partiti tradizionali lontani e chiusi rispetto alle sofferte vicende personali di tanti e a diffusi sentimenti di insicurezza e di allarme" (cfr. alla pagina http://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2018/03/23/napolitano-il-voto-ha-bocciato-lauto-esaltazione-dei-governi_4a747f2f-92b7-4219-9985-49714c1ec29c.html).
Un'analisi tanto sofisticata e profonda da lasciare allibiti...
Dopo aver tenuto in piedi per oltre quindici anni la vergogna dei governi Berlusconi firmando tutte le leggi pro domo sua, dopo aver ostacolato le indagini che lo vedevano coinvolto con il presidente del Senato Mancino sui supposti contatti con la mafia, dopo aver accettato di rimanere al Quirinale anche al termine naturale del mandato, dopo aver imposto di fatto al Paese il governo Monti... continua ad essere accreditato dall'informazione politica come l'incarnazione del saggio statista, quando è evidente che non è altro, al contrario, che la rappresentazione più alta della gerontocrazia italiana impermeabile ad ogni cambiamento, una delle maggiori cause del degrado istituzionale e sociale del Paese.
Il simbolo deteriore di una nazione in rovina.
(L'immagine è di Bansky, Chinatown, Boston c.a. 2010)